L’esercizio fisico nella terza età: Benefici per l’organismo e valore preventivo
MUOVERSI verso la salute! L’attività fisica gioca un ruolo di primo piano nelle strategie di prevenzione durante la terza età.
Il rischio di andare incontro a patologie di tipo cardiovascolare, ictus ischemico, diabete tipo II, cancro del colon, osteoporosi, depressione e ansia, traumi da caduta è infatti notevolmente ridotto nelle persone fisicamente attive (Task Force on Community Preventive Services. Recommendations to increase physical activity in communities. Am J Prev Med 2002;224S).
La promozione dell’attività fisica può essere considerata un’azione di sanità pubblica oltre che un atto di “taking care” nei confronti degli appartenenti alla terza età. Movimento, dunque, uguale salute. Vediamo come:
I benefici psichici
Il movimento, oltre a ritardare il momento degenerativo che inevitabilmente accompagna il fisico nel passare degli anni, è un’importantissima risorsa per contrastare i problemi di natura psicologica che possono insorgere con l’invecchiamento. In molti casi l’anziano si trova a vivere condizioni di solitudine e depressione; in altri semplicemente la sua serenità è compromessa dall’assenza di svaghi, di condivisione con i coetanei, di momenti da dedicare a sé stesso e al proprio benessere. Corre insomma il rischio di abbandonare la cura di sé, dal punto di vista emotivo prima che fisico. In questo contesto la pratica di un’attività sportiva può essere considerata come un’occasione fondamentale di socializzazione e di comunicazione, una vera e propria arma di contrasto all’isolamento. Ad esempio la creazione di un gruppo d’allenamento funge da stimolo per la pratica stessa dell’attività e consente l’instaurarsi di relazioni e scambi con il prossimo.
Cautele e vantaggi
Nel momento in cui si pianifica un programma sportivo occorre tenere conto di tutti i fattori fisiologici e clinici che interessano il soggetto. Sono importanti le condizioni del cuore, della pressione, i farmaci che vengono usati e le condizioni di salute generali. Occorre valutare nel soggetto età, forza, peso, grado di mobilità ed efficienza dell’apparato locomotore, eventuale incidenza dell’osteoporosi. L’attività motoria nell’anziano va condotta nel rispetto di regole definite ad hoc e personalizzate, con la supervisione del proprio medico e prestando molta attenzione a non superare determinate soglie di affaticamento e di sforzo.
Così il Dottor Alberto Molino, medico fisiatra e consulente Gineceo: “Soggetti che non presentano cardiopatie, diabete o altre patologie gravi, otterranno sicuro giovamento dallo svolgimento di un’attività fisica regolare e regolata. I vantaggi vanno dalla prevenzione di ipertensione e accidenti cerebrovascolari, alla difesa contro le cadute e le fratture; lo sport infatti migliora l’equilibrio e il tono muscolare, consentendo maggiore controllo nelle fasi di deambulazione. Il movimento aiuta chi è sano a preservarsi tale più a lungo!”